Immagina di partire sereno con il tuo cane per un viaggio importante e scoprire, una volta atterrato, che è scomparso nel nulla. Non è uno scenario da film, ma quanto accaduto realmente a una passeggera e al suo amico a quattro zampe. Il verdetto dei giudici? Lascia davvero senza parole.
Un volo come tanti, un finale inaspettato
Il 22 ottobre 2019, una donna viaggiava con sua madre e la sua cagnolona dall’Argentina alla Spagna, su un volo Iberia. L’animale non poteva stare in cabina perché superava il peso massimo consentito (massimo 8-10 kg, incluso il trasportino). La scelta obbligata: imbarcarlo in stiva.
Ma qualcosa è andato terribilmente storto. Durante le operazioni di carico, all’aeroporto di Buenos Aires, il cane è fuggito. E da quel momento non è stato più trovato.
Perdita affettiva, ma compenso da “bagaglio”
La compagnia aerea ha riconosciuto l’errore, ma ha proposto un risarcimento pari a quello previsto per uno smarrimento bagagli. Un approccio che ha fatto infuriare la proprietaria, che vedeva nel suo cane una compagna di vita, non un oggetto da stiva.
Chiedeva un risarcimento di 5.000 euro per il danno morale. Ma Iberia ha rifiutato, sostenendo che, senza la cosiddetta dichiarazione speciale di interesse fatta prima del volo, il valore da riconoscere fosse limitato ai 1.627,63 euro previsti dalla Convenzione di Montreal.
La sentenza che fa discutere
Il caso è arrivato alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. La speranza della donna era che si riconoscesse la perdita di un essere senziente, non di un “oggetto smarrito”. Ma i giudici hanno stabilito che gli animali in stiva sono a tutti gli effetti “bagagli”. E quindi soggetti allo stesso regime di responsabilità previsto per valigie e carichi personali.
Una decisione che molti trovano scioccante. Anche perché il Trattato di Lisbona, all’articolo 13, definisce gli animali “esseri senzienti”, il che dovrebbe implicare una maggiore tutela del loro benessere.
Paradossi legali e impatti emotivi
Secondo la sentenza, la tutela del benessere animale rimane un principio generale dell’UE, ma non impedisce di considerarli bagagli per i fini assicurativi e di responsabilità. A meno che non venga fatta una dichiarazione specifica al momento del check-in, il risarcimento resta quello previsto per qualsiasi altro bagaglio perso.
Il dolore di aver perso un essere vivente? Riconosciuto solo in modo marginale. E tutto si riduce a un tecnico cavillo.
Segnali di cambiamento (forse)
Eppure qualcosa potrebbe cambiare. Recentemente, un volo dimostrativo Ita Airways ha fatto notizia per aver accolto in cabina cani di taglia media, insieme ai loro accompagnatori, senza trasportino. L’esperimento ha ottenuto l’attenzione dei media e il sostegno delle istituzioni.
A bordo c’erano figure politiche e rappresentanti dell’Enac e della compagnia aerea. L’obiettivo? Rendere strutturale questa possibilità e permettere ai passeggeri di viaggiare con cani al loro fianco, anche oltre i soliti limiti di peso.
Un mosaico normativo ancora incompleto
Il problema, però, è che le norme attuali restano ferme. E i proprietari di animali devono ancora scegliere se rischiare il viaggio in stiva o rinunciare a volare con i loro compagni pelosi.
Molti veterinari scoraggiano fortemente il trasporto in stiva. Lo stress, il rumore, l’isolamento possono trasformarsi in esperienze traumatiche per l’animale – come ben dimostra il caso del cane scomparso.
Cosa possiamo imparare da tutto questo?
Se viaggi con un animale e sei costretto a imbarcarlo in stiva, valuta sempre la possibilità di fare una dichiarazione speciale di interesse. Anche se ha un costo, può tutelarti in caso di perdita o danni.
Ma la lezione più importante è forse un’altra: gli animali non sono oggetti, anche se spesso la legge li considera tali. E finché non cambieranno davvero le regole, il rischio che simili tragedie si ripetano resta troppo alto.
Una battaglia ancora aperta
Questa vicenda ha sollevato domande cruciali su come trattiamo gli animali nella società e nel diritto. La speranza è che, proprio da storie come questa, nascano nuove consapevolezze e norme più vicine alla realtà che vivono milioni di famiglie con animali al seguito.




